Via Simeto, 2 A mezzo miglio dalla porta Salaria sulla omonima via (Nova) a destra. Ingresso odierno: via Simeto n. 2. Doveva presentare un notevole sviluppo di gallerie articolate su 3 piani. Le varie costruzioni sorte nella zona lo hanno gravemente danneggiato. Oggi presenta non più di 200 ml di ampiezza (1966). Nell'anno 162, prefetto in Roma P. Salvius Iulianus, fu martirizzata Felicita. Dalla sepoltura di Felicita e dei sette martiri commemorati il 10 luglio e da un'antica leggenda trasformati in altrettanti figli della santa, trasse origine questo cimitero, chiamato anche di Massimo dal solito proprietario del terreno. Quivi fu sepolto anche S. Siliano. Nel V secolo si eresse la basilica superiore dove era sepolta la Santa. Papa Bonifacio I fu qui sepolto e nell'VIII secolo Leone III trasportò le reliquie di S. Susanna e la catacomba decadde. Bosio penetrò in questo cimitere ignorandone il nome e credette che Felicita fosse sepolta nel cimitero dei Giordani. Verso il principio del '700 fu esplorato e disegnato dal Boldetti con nome di Priscilla. Nel 1875 fu scoperta la traccia di un piccolo edificio che con una scala conduceva nei sotterranei e si trassero le prime epigrafi. Nel 1884 si scoprì la basilica sotterranea ed il gruppo delle gallerie che si estendono verso Nord. Al principio del secolo la Pontificia Commissione restaurò il complesso. (Scheda n. 25)